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Calcolo impronta di carbonio – Caso ARPA RFVG

Arpa FVG calcola l’impronta di carbonio della propria sede centrale (sita a Palmanova) a partire dai dati 2018. L’attività è stata avviata nell’ambito del progetto Creiamo PA “Competenze e Reti per l’Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della PA”, all’interno della Linea di Intervento 3 “Modelli e strumenti per la transizione verso un’economia circolare”, Work Package 2 “Promozione di modelli di gestione ambientale ed energetica nelle pubbliche amministrazioni”.

Il progetto ha permesso ad Arpa FVG di familiarizzare con la metodologia di calcolo delle emissioni dirette e indirette di un’organizzazione, un sistema di contabilizzazione e riduzione delle emissioni climalteranti che è stato inizialmente applicato all’interno dell’Agenzia (in particolare alla sede centrale Arpa di Palmanova), e poi promosso all’esterno.

Dopo un primo report valido per gli anni 2018 e 2019, che ha rappresentato la “baseline” da cui partire, Arpa FVG ha cominciato a valutare le azioni (programmi di miglioramento ambientale) atte a favorire la riduzione della propria impronta di carbonio.

Per il calcolo dell’impronta di carbonio (CF), Arpa FVG ha applicato lo strumento Bilan Carbone, applicativo inizialmente sviluppato dalla francese ADEME (Agence de l’environnement et de la maîtrise de l’énergie) e successivamente modificato (nella sua versione 7.4) in seno al progetto europeo LIFE Clim’Foot da ENEA ed Ecoinnovazion srl. Successivamente è stato aggiornato dal gruppo di lavoro di CReIAMO PA. Esso presenta un nutrito elenco di fattori di emissione (FE) utili al calcolo della CO2 equivalente.

1. Il metodo di calcolo dell’impronta di carbonio (CF) applicato da ARPA FVG

Non esiste un unico strumento valido per effettuare il calcolo dell’impronta di carbonio di un’organizzazione.

Arpa FVG ne ha approfondito e ne promuove uno in particolare, grazie all’esperienza maturata dal 2019 al 2022 in seguito alla partecipazione al progetto Creiamo PA sviluppato all’interno della Linea di Intervento 3 “Modelli e strumenti per la transizione verso un’economia circolare”, Work Package 2 “Promozione di modelli di gestione ambientale ed energetica nelle pubbliche amministrazioni”.

Il progetto ha permesso di familiarizzare con uno strumento chiamato “Bilan Carbone® Clim’Foot”, che effettua il calcolo delle emissioni dirette e indirette di un’organizzazione secondo gli standard ISO 14069 (“Gas ad effetto serra – Quantificazione e rendicontazione delle emissioni di gas ad effetto serra per le organizzazioni – Linee guida per l’applicazione della ISO 14064-1”) oppure nel formato del protocollo GHG.

Il Bilan Carbone®, è un applicativo inizialmente sviluppato dalla francese ADEME (Agence de l’environnement et de la maîtrise de l’énergie) e successivamente modificato (nella sua versione 7.4) in seno al progetto europeo LIFE Clim’Foot da ENEA ed Ecoinnovazion srl. Successivamente è stato aggiornato dal gruppo di lavoro di CReIAMO PA. Esso presenta un nutrito elenco di fattori di emissione (FE) utili al calcolo della CO2 equivalente.

Il metodo scelto soddisfa la maggior parte dei requisiti previsti dalle due norme di riferimento in materia (la ISO 14064:2018 ed il GHG Protocol) ed è suddiviso in 5 fasi.

Confini organizzativi

Fondamentale definire immediatamente i confini spaziali entro cui si desidera effettuare il calcolo dell’impronta di carbonio. A tale fine potrebbe essere utile costruire nel dettaglio un diagramma di flusso e poi procedere con la raccolta dati, come esemplificato nel grafico seguente, specificando alcune informazioni riguardanti le unità di misura utilizzate, la loro definizione e i procedimenti per la raccolta dei dati.

Nel riquadro esemplificativo sopra riportato, l’edificio è l’entità da cui partire; si individuano quindi i principali flussi di materiali che sono:

– Combustibili per riscaldamento (caldaia) – Energia elettrica (illuminazione, energia di processo, riscaldamento/raffrescamento, ecc.) – Refrigeranti – Acqua (sanitaria e irrigazione) – Materiali da costruzione per manutenzione/ristrutturazione e relativi imballaggi – altro

Successivamente occorre tenere in considerazione quelle attività e processi sui quali l’organizzazione può incidere in via diretta o indiretta e quei processi non direttamente sotto il controllo dell’ente ma strutturali all’attività stessa dell’ente (come la raccolta e conferimento dei rifiuti.) Ad esempio, per le forniture, occorre considerare:

– Prodotti agroalimentari (mense) – Carta – AEE – Cartucce, toner – Trasporti merce – Imballaggio (carta, plastica, vetro, legno, acciaio, ecc.) – Prodotti per le pulizie – altro

Infine, per quanto riguarda gli spostamenti occorrerà considerare le emissioni dovute al consumo di carburante per gli spostamenti casa-lavoro (andata, ritorno) dei dipendenti, per le missioni di lavoro, per eventuali trasporti di merce previsti dall’organizzazione e infine i trasporti relativi al trasporto dei rifiuti generati all’interno del confine dell’organizzazione considerato. Per gli spostamenti come mezzi di trasporto vengono presi in considerazione l’automobile (di proprietà dell’ente o a noleggio, o taxi, etc.), il treno, l’autobus, i motocicli, i camion, l’aereo o la nave.

Confini operativi

Lo Standard ISO14061-1 (2018) al capitolo 5.2 prevede che, per il calcolo dell’Impronta di Carbonio, l’organizzazione debba considerare tutti flussi in entrata ed in uscita per identificare le emissioni associate alle sue attività (secondo un approccio basato sul ciclo di vita) e classificandole come:

EMISSIONI DIRETTE oppure

EMISSIONI INDIRETTE*

Secondo quanto definito dallo Standard il calcolo delle emissioni dirette ed indirette deve essere espresso in tonnellate di CO2eq. L’organizzazione deve anche calcolare le emissioni indirette, ma non obbligatoriamente tutte (vedi nota). Mentre infatti il calcolo delle emissioni Scope 1 e Scope 2 è obbligatorio, l’analisi e lo studio delle emissioni Scope 3 dipende dalla discrezionalità dell’organizzazione che può decidere liberamente se contabilizzarle ed eventualmente di quali fonti considerare gli impatti. Sono dunque le singole organizzazioni che possono scegliere se estendere ed approfondire la loro indagine sino all’inclusione delle emissioni Scope 3. Ecco perché l’impostazione e la definizione dei confini del sistema all’interno del quale catalogare le proprie emissioni serve alle organizzazioni per capire quali fonti di emissione includere nel conteggio della propria Impronta di Carbonio e per prendere consapevolezza del loro livello di responsabilità rispetto alla potenziale loro riduzione.

* Più precisamente nel Protocollo GHG (Gas serra) si parla di Scope 1, Scope 2 e Scope 3 mentre nello Standard ISO14064 di Emissioni Dirette, Emissioni Indirette da consumo energetico ed altre Emissioni Indirette. Si intende quindi per Emissioni Dirette o Scope 1 tutte le emissioni dirette di GHG generate dalle fonti che sono di proprietà o sotto il controllo dell’organizzazione. Si intende per Emissioni Indirette da consumo energetico o Scope 2, tutte le emissioni indirette di GHG prodotte dall’organizzazione durante l’utilizzo di energia, elettrica o termica, prodotta al di fuori dei propri confini. Si intende per altre Emissioni Indirette o Scope 3, tutte le emissioni che non sono sotto il diretto controllo dell’organizzazione associate, per esempio, al trattamento e alla gestione dei rifiuti, alle missioni del personale e alla mobilità dei dipendenti nel compiere il percorso casa – lavoro.

Emissioni dirette

Consumi di combustibili per riscaldamento:

– i consumi di gas metano espressi solitamente in tonn/anno, Litri/anno, m³/anno o LHV. – il consumo di legna /cippato – il calore acquistato o acquisito sotto forma di Teleriscaldamento da impianto pubblico solitamente espresso in kWh/anno

Consumi di combustibili per il trasporto di persone e/o di beni operato con mezzi propri

I dati sono inseriti come quantità di carburante consumato (tonn/anno) distinguendo, dove possibile per tipologia di carburante (benzina, diesel, metano, elettricità e GPL). Qualora non si conosca il consumo effettivo, viene inserito il dato veicolo*km.

Emissioni di gas refrigeranti

Si tratta delle emissioni fuggitive, ovvero i rilasci non intenzionali di gas di ricarica dei sistemi refrigeranti, quali i HCFC, in tonn/anno.

Emissioni indirette

Emissioni derivanti da energia elettrica

In questa voce vengono conteggiati i consumi espressi in kWh/anno ed il mix energetico utilizzato per produrre l’energia elettrica.

Emissioni da trasporti di merci e persone, operate con mezzi non in uso alla organizzazione

– trasporto di merci: emissioni di upstream e downstream derivanti dall’ingresso e uscita dei beni nell’organizzazione: vanno conteggiate a partire dai km percorsi ed eventualmente dalle tonnellate*km (in caso di trasporti parcellizzati). Se possibile, si deve diversificare per mezzo di trasporto (auto, treno, nave o aereo) e per diversa tipologia di vettore energetico (benzina, diesel, metano o GPL).

– trasporto di rifiuti (downstream); tonnellate*km, fino alla sede di smaltimento o recupero.

– trasporto delle persone, sia nello spostamento quotidiano casa-lavoro che nelle trasferte di lavoro, vengono inclusi diversi tipi di trasporto e diversi mezzi e combustibili e i dati possono essere inseriti con più unità di misura.

Emissioni dalla produzione di beni e servizi utilizzati dell’organizzazione

– materiali di consumo come carta cancelleria, prodotti chimici, ma anche materie prime per la produzione eventuale di beni; tonn/anno

– consumi idrici; tonn/anno o m3/anno

Emissioni Indirette da altre fonti

– rifiuti raccolti in modo differenziato o indifferenziato; tonn/anno

– acque reflue; m3/anno

– a beni durevoli come edifici, arredi, attrezzature; tonnellate o valore di acquisizione

La raccolta dei dati ed il calcolo

Una volta definiti i confini temporali (generalmente 1 anno), quelli organizzativi e quelli operativi, va realizzata la parte più corposa, ossia la raccolta dei dati. Tale raccolta, effettuabile attraverso delle check list, permette di quantificare i dati di attività associabili al rilascio di gas serra (DA). Tali valori vanno poi moltiplicati per un fattore di emissione (FE), definito dall’EPA (Environmental Protection Agency) come “un valore rappresentativo che tenta di mettere in relazione la quantità di un inquinante rilasciato nell’atmosfera con un’attività associata al rilascio di tale inquinante”. Esso converte perciò i dati di attività (DA) in emissioni di CO2eq attraverso una moltiplicazione:

Emissioni di gas serra [kg CO2eq] = DA (massa/volume/kWh/km…) ∗ FE [kg CO2 eq/(massa/volume/kWh/km..)]

La ricerca dei fattori di emissione è un aspetto molto delicato, in quanto molto spesso non sono univoci, ma variano in relazione al settore e alla scala spaziale per i quali sono stati elaborati: è quindi fondamentale che derivino dalla letteratura tecnico-scientifica. Il database di fattori di emissione utilizzati per il presente inventario di emissioni di GHG è stato ottenuto a partire da quello sviluppato nell’ambito del progetto europeo Clim’foot. Esso include 180 fattori di emissione nazionali elaborati da ENEA ed Ecoinnovazione s.r.l. e 120 fattori di emissione europei elaborati da tutti i partner di progetto, inclusi i Fattori di Emissione già presenti in Bilan Carbone®. Oltre quelli presenti nelle banche dati summenzionate alcuni fattori di emissione sono stati reperiti nell’ambito del progetto CReIAMO PA.

Le principali fonti dei fattori di emissioni italiani sono:

– il National Inventory Report 2016 per carburanti, rifiuti ed emissioni dirette da agricoltura, prodotti e processi;

– il database nazionale sui trasporti, elaborato da ISPRA (2016).

mentre per quanto riguarda i fattori europei la fonte principale è:

– il database ELCD (European reference Life Cycle Database), sviluppato dal JRC (Joint Research Centre) della Commissione Europea.

Per ogni fattore di emissione riferito ad un dato di attività, nel database è presente:

– una descrizione del dato; – quali GHG sono emessi da quella specifica attività e in che quantità per unità di misura; – il valore in CO2eq ottenuto come prodotto dei valori di ciascun GHG e del rispettivo coefficiente di riscaldamento globale (GWP – Global Warming Potential) per un periodo di 100 anni (elenco pubblicato nel quinto rapporto di valutazione-AR5 dell’IPCC nel 2013).

Piano di azione per la riduzione delle emissioni e report

Una volta quantificate le fonti maggiori di emissione di gas serra è essenziale pianificarne la riduzione, partendo dagli interventi con il migliore rapporto costi/benefici. Per tale fine è opportuno definire, preferibilmente nel quadro di un “programma di miglioramento ambientale” che stabilisca gli obiettivi di contenimento degli impatti sull’ambiente derivanti dalle proprie attività, una sezione riguardante le azioni da mettere in campo per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

Per realizzare il piano di miglioramento è necessario definire un set di indicatori per il monitoraggio dei risultati nel tempo, così come le responsabilità dell’attuazione e l’eventuale budget.

Infine viene stabilito un orizzonte temporale per l’aggiornamento dei dati e per la redazione di un report che permetta di riassumere e comunicare i risultati dell’inventario ed il piano d’azione elaborato.

2. L’impronta di carbonio della sede centrale Arpa FVG

Da dove siamo partiti

Arpa FVG calcola l’impronta di carbonio della propria sede centrale (sita a Palmanova) a partire dai dati 2018. L’attività è stata avviata nell’ambito del progetto Creiamo PA “Competenze e Reti per l’Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della PA”, all’interno della Linea di Intervento 3 “Modelli e strumenti per la transizione verso un’economia circolare”, Work Package 2 “Promozione di modelli di gestione ambientale ed energetica nelle pubbliche amministrazioni”.

Il progetto ha permesso ad Arpa FVG di familiarizzare con la metodologia di calcolo delle emissioni dirette e indirette di un’organizzazione, un sistema di contabilizzazione e riduzione delle emissioni climalteranti che è stato inizialmente applicato all’interno dell’Agenzia (in particolare alla sede centrale Arpa di Palmanova), e poi promosso all’esterno.

Dopo un primo report valido per gli anni 2018 e 2019, che ha rappresentato la “baseline” da cui partire, Arpa FVG ha cominciato a valutare le azioni (programmi di miglioramento ambientale) atte a favorire la riduzione della propria impronta di carbonio.

Si è quindi proceduto a monitorare annualmente le emissioni di gas serra emesse, divise per categorie di flussi, riuscendo così a seguire nel tempo il trend dell’ impatto sull’ambiente della sede centrale dell’Agenzia.

Negli anni vi è una tendenza alla diminuzione di tali impatti, dovuta agli interventi messi in atto per ridurli, con una brusca discontinuità nel 2020, a causa dell’effetto della Pandemia che ha abbattuto le emissioni attribuibili agli spostamenti delle persone (grazie soprattutto allo smart working) e, parzialmente, ai consumi.

L’impegno di Arpa FVG nella diminuzione della propria impronta di Carbonio si è concretizzato con l’attuazione di azioni specifiche nei programmi di miglioramento ambientale via via succedutisi.

Il trend negli anni

Il calcolo dell’impronta di carbonio della sede centrale Arpa FVG tiene conto di vari aspetti, suddivisi per categorie: traporti, energia, beni (di consumo e durevoli), rifiuti.

Si parte dal traporto delle persone, sicuramente la voce con il maggiore impatto: circa il 75% delle emissioni derivano da questa categoria. Sono conteggiati i viaggi casa-lavoro dei dipendenti, i viaggi di lavoro (incontri, campionamenti su matrici ambientali, controlli sulle ditte), i viaggi dei colleghi delle altre sedi Arpa FVG che vengono nella sede centrale per partecipare a riunioni. Da notare come la Pandemia nel 2020 abbia contribuito in modo sostanziale a ridurre tale contributo, quasi dimezzandolo.

Segue il contributo della realizzazione dei beni durevoli sul totale delle emissioni. Anche in tale caso il calcolo finale ha visto il conteggio di varie voci: dall’edificio, ai computer, alle imbarcazioni usate per il campionamento in mare, ciascuna voce con il proprio periodo di ammortamento stimato. L’aumento dei valori negli anni è dovuto essenzialmente all’aumentato numero di computer utilizzati.

L’impatto dell’energia (elettrica e termica) si è drasticamente ridotto nell’ultimo anno, essenzialmente grazie all’acquisizione di un contratto di fornitura di energia elettrica da sole fonti rinnovabili (il riscaldamento è erogato mediante pompa di calore).

Infine le altre voci, che comprendono i rifiuti, il trasporto merci e rifiuti, i beni di consumo. Tali voci sono pressoché costanti, e poco incidono sul totale dell’impronta di carbonio della sede oggetto di studio.

I programmi di miglioramento ambientale

Arpa FVG aderisce ad un sistema di gestione ambientale (UNI EN ISO 14001:2015) applicato alla sede centrale di Palmanova. Per tale fine stabilisce degli obiettivi per gestire e contenere sempre più gli impatti sull’ambiente derivanti dalle proprie attività attraverso un “programma di miglioramento ambientale” inserito nella programmazione dell’Agenzia.

Dal 2020 ad oggi, anche grazie alle indicazioni derivanti dal calcolo delle impronte di carbonio succedutesi, nei Programmi di miglioramento ambientale trovano ampio spazio azioni utili alla riduzione delle emissioni di CO2 eq.

Programma miglioramento ambientale ARPA FVG 2020-2021-2022

La baseline: i principali risultati 2018-2019

I due anni (2018 e 2019) appaiono sostanzialmente sovrapponibili, sia come valore di emissioni totali, sia come ripartizione per categorie: l’organico della sede oggetto di approfondimento è infatti rimasto praticamente lo stesso nelle due annualità, e non sono state fatte azioni specificatamente mirate a ridurre le emissioni di CO2.

La componente “trasporto persone” risulta ampiamente la più consistente per entrambi gli anni considerati. Inoltre, confrontando i risultati del 2019 con quelli del 2020 rispetto a tale componente, risulta evidente come la pandemia ha fortemente influenzato la mobilità dei dipendenti Arpa FVG, ed in tal senso ha rappresentato un utile banco di prova di metodi alternativi al trasporto su gomma (ad esempio lo smartworking).

Il metodo di calcolo applicato ad Arpa FVG

La metodologia come detto si basa sullo strumento di calcolo chiamato “Bilan Carbone® Clim’Foot”

L’Agenzia l’ha applicata definendo i confini dell’organizzazione, i flussi in entrata e uscita (e quindi i confini operativi) relativi alla propria sede centrale nel modo seguente:

I confini dell’organizzazione

In virtù dell’esperienza già maturata in merito all’applicazione della norma ISO 14001:2015 alla sede centrale di Palmanova di Arpa FVG, si è deciso di partire da questa realtà territoriale, analizzando le attività e i processi gestiti o sotto la responsabilità dell’Agenzia, direttamente o indirettamente.

SEDE CENTRALE ARPA FVG

8240m3 volume dell’edificio (suddiviso in 5 piani)

3350m2 superficie utile complessiva

100 dipendenti circa (variabili di anno in anno)

ATTIVITÀ SVOLTE

Lavoro d’ufficio: attività predominante

Spostamenti con automezzi aziendali:

– sopralluoghi – partecipazioni a riunioni – conferenze di servizi – commissioni tecniche – verifiche ispettive – attività presso centraline

Gestione del parco mezzi dell’Agenzia e attività coordinate da altre sedi ma svolte da personale assegnato al sito di Palmanova:

– transito campioni – uscite con imbarcazioni per monitoraggi

POSIZIONE

La posizione geografica della sede centrale ARPA FVG è logisticamente strategica dato che si trova nei pressi delle seguenti infrastrutture di trasporto:

– le autostrade A4 (da e per Venezia, Trieste), A23 (da e per Udine, Tarvisio), la statale 352; – il servizio di autobus SAF – autoservizi FVG; – la linea ferroviaria Udine – Cervignano del Friuli; – l’ Aeroporto di Ronchi dei Legionari (35 Km).

I confini operativi

Come dettato dallo Standard ISO14061-1 (2018) Arpa FVG ha deciso di considerare tutti i flussi in entrata ed in uscita dall’organizzazione per identificare le emissioni associate alle sue attività (secondo un approccio basato sul ciclo di vita) dividendole tra emissioni dirette ed indirette.

Emissioni dirette

– Consumi di combustibili per riscaldamento

Nel caso di Arpa FVG il consumo di combustibili è nullo poiché l’impianto è a pompa di calore.

– Consumi di combustibili per il trasporto di persone e/o di beni operato con mezzi propri dell’Agenzia

Sono stati valutati i km percorsi dagli automezzi di Arpa FVG, divisi per tipologia di veicolo, e la quantità e tipologie di combustibile utilizzato dalle imbarcazioni in dotazione ad Arpa per i campionamenti in mare.

– Emissioni di gas refrigeranti

In questa voce ricadono gli impianti di raffreddamento/riscaldamento della sede, ed in particolare le perdite registrate di F-gas (gas refrigeranti). Per gli anni in esame non ci sono state perdite dall’impianto Arpa FVG.

Emissioni indirette

– Emissioni derivanti da energia elettrica

Per i primi 3 anni in esame Arpa FVG ha utilizzato energia proveniente da un mix di fonti definito dal fornitore. Successivamente l’Agenzia si è adoperata per aderire ad un contratto 100% da rinnovabili. Presso la sede dell’ARPA FVG di Palmanova è presente un impianto centralizzato a pompa di calore (quindi elettrico) per il riscaldamento invernale ed il raffrescamento estivo il quale è affidato in gestione ad una ditta esterna che provvede anche all’effettuazione dei controlli ed alla tenuta del relativo libretto. Le modalità relative all’accensione dell’impianto di climatizzazione e regolazione della potenza sono correlate alle condizioni climatiche esterne e/o alla presenza di personale nei locali. Le date di accensione del riscaldamento invernale vengono stabilite nel rispetto della normativa nazionale e di quella comunale di accensione degli impianti termici.

– Emissioni da trasporti di merci e persone, operate con mezzi non in uso alla organizzazione

Sono stati valutati i km percorsi dagli automezzi dei fornitori di beni, quelli percorsi con mezzi non Arpa FVG dai dipendenti (spostamenti casa-lavoro e missioni) e quantità e km percorsi dagli automezzi di ritiro dei rifiuti, divisi per tipologia di veicolo.

– Emissioni dalla produzione di beni (di consumo e durevoli) e servizi utilizzati dall’organizzazione

Sono state stimate le quantità di beni di consumo come carta, cancelleria, detersivi, e misurati i consumi idrici. Riguardo a quest’ultima voce la sede dell’ARPA FVG di Palmanova per l’approvvigionamento idrico e il collettamento degli scarichi è servita dal Consorzio Acquedotto Friuli Centrale (CAFC); presso la sede di ARPA FVG sono presenti esclusivamente scarichi civili. Inoltre, è stato considerato il valore dei beni durevoli (come edificio, arredi, attrezzature IT), suddiviso per gli anni di vita utile ipotizzati per quella categoria di bene.

– Emissioni indirette da altre fonti (rifiuti)

Sono state stimate le quantità di rifiuti divisi per tipologia e il loro destino. Inoltre è stato preso in considerazione il sistema di trattamento dei reflui. Per quanto riguarda i rifiuti essi derivano prevalentemente dall’attività d’ufficio e possono essere classificati come rifiuti urbani o, per alcuni casi, come speciali. In sede centrale è organizzata la raccolta differenziata dei rifiuti urbani per cui sono dislocati ai diversi piani e nei punti di ristoro i contenitori per la carta e la plastica in ottemperanza alle indicazioni comunali. Saltuariamente vengono prodotti e gestiti anche rifiuti speciali che vengono affidati a ditte autorizzate al trasporto e allo smaltimento/recupero. Tra questi rientrano: cartucce e toner, rifiuti ingombranti, ferro e acciaio, batterie al piombo, RAEE.

Fonte: ARPA RFVG