Il tema della soddisfazione lavorativa assume un chiaro ruolo di rilievo nell’ambito degli studi volti alla rilevazione del benessere occupazionale.
In letteratura è possibile osservare molteplici nessi associativi con numerosi comportamenti organizzativi e con variabili personali intrinsecamente legate alla salute fisica e psicologica. L’individuazione delle strategie di intervento più efficaci richiede una valutazione accurata. Si pone, dunque, il problema della scelta di precisi strumenti di misura. Obiettivi. Il presente contributo si propone di fornire un quadro conoscitivo generale delle caratteristiche degli strumenti disponibili per la misurazione della soddisfazione lavorativa, nella sua globalità e nei suoi aspetti specifici.
Metodi. Il contributo assume la forma di una rassegna critica. Gli strumenti, sistematicamente descritti, sono presentati attraverso una classificazione in single-item, unidimensionali e multidimensionali. Ciascuna scala di misura è accompagnata da un profilo psicometrico analitico e relative caratteristiche formali.
Risultati. Dall’analisi della letteratura è emersa una vasta disponibilità di strumenti, che mostrano una varietà di caratteristiche sul piano della loro validità, attendibilità e utilità applicativa. Sono presentate 23 scale di autovalutazione, di cui 7 volte ad una rilevazione globale del costrutto e 14 multidimensionali. Alcuni tra gli strumenti indicati sono rivolti allo specifico settore sanitario, medico e infermieristico.
Conclusioni. Un metodo preciso di rilevazione si pone come premessa essenziale per l’articolazione di efficaci programmi di intervento volti a prevenire e/o “curare” i fattori di rischio lavoro-correlato. Tale rassegna può rappresentare uno strumento di orientamento alla scelta delle misure di soddisfazione lavorativa più appropriate agli specifici obiettivi di indagine.
Come dimostra l’ampio panorama di studi esistenti in letteratura, il tema della soddisfazione lavorativa riveste un chiaro ruolo di rilievo nell’ambito della psicologia delle organizzazioni e della medicina del lavoro. Tra i risultati di ricerca più rilevanti ritroviamo l’evidenza che la soddisfazione dei lavoratori, declinata nelle sue molteplici sfaccettature, possa determinare conseguenze significative sia a livello individuale sia a livello organizzativo.
Sul piano individuale, soddisfazione lavorativa e soddisfazione di vita appaiono strettamente correlate e reciprocamente influenzate. In maniera ancora più importante sul fronte delle ricadute, tale variabile sembra esercitare una significativa influenza sulla stima di sé, la motivazione, la salute fisica e la salute mentale. Dal punto di vista organizzativo, essa appare associata con numerose dimensioni occupazionali: è considerata un costrutto di grande importanza nello studio del turnover, è un predittore del commitment organizzativo, è correlata alla performance lavorativa, al grado di produttività e assenteismo, ai comportamenti di cittadinanza organizzativa.
Il principale argomento di controversia sulle strategie di valutazione concerne la dimensionalità del costrutto.
Laddove l’approccio multidimensionale sembra prevalere, alla luce degli studi che hanno avvalorato l’opportunità di considerarne i differenti aspetti latenti, la scelta degli indicatori da indagare – e il relativo numero – rappresenta un problema irrisolto.
Il presente contributo si propone di delineare un quadro sintetico degli strumenti maggiormente in uso, che possa orientare nella scelta della scala di misura più confacente al raggiungimento dei propri obiettivi di indagine.
Si procederà, a tal scopo, offrendo una rassegna aggiornata dei principali strumenti di valutazione della soddisfazione lavorativa – classificati in strumenti single-item, strumenti unidimensionali e strumenti multidimensionali – e fornendo, altresì, raccomandazioni pratiche, alla luce dell’analisi delle relative caratteristiche formali, proprietà psicometriche, punti di forza e aree di debolezza.
Dopo aver tracciato un profilo psicometrico analitico per ciascuna scala di misura individuata, sarà fornito un quadro globale della complessità e dei limiti della misurazione della soddisfazione lavorativa
Strumenti unidimensionali
Gli strumenti unidimensionali sono accomunati dall’intento di valutare il livello globale di soddisfazione lavorativa, senza prendere in considerazione nessun particolare aspetto specifico.
Allo stato dell’arte, l’unidimensionalità del costrutto sembra quasi del tutto superata e sostituita da una concezione che ne esalta piuttosto la multidimensionalità. Tuttavia, tali misure potrebbero essere considerate degli strumenti utili per ottenere un feedback preliminare sui livelli complessivi e generali di soddisfazione lavorativa, fornendo un’idea globale sull’efficacia e sull’efficienza di un’organizzazione. Considerando il numero esiguo degli item che li costituiscono, la somministrazione di tali misure richiede, inoltre, pochissimi minuti, risultando, in tal modo, di estrema utilità e praticità.
Di seguito sono riportati gli strumenti unidimensionali maggiormente ricorrenti in letteratura.
– Job Satisfaction Blank (JSB)
– Index of Job Satisfaction (IJS)
– Brief Index of Affective Job Satisfaction (BIAJS)
– Andrews and Withey Job Satisfaction Questionnaire (AWJSQ)
– Satisfaction with Job-General (SJ-G)
– Michigan Organizational Assessment Questionnaire
– Job Satisfaction Scale (MOAQ)
– Job in General Scale (JIG)
– Abridged Job in General Scale (AJIG)
– Global Self-Report Measure of Person-Job Fit (P-J Fit Scale)
Strumenti multidimensionali
L’idea che la soddisfazione lavorativa sia un costrutto multidimensionale sembra attualmente l’opinione prevalente.
Le prime definizioni operative sulla multidimensionalità del costrutto non sono, tuttavia, recenti. La controversia in merito riguarda principalmente quali e quanti indicatori considerare come dimensioni latenti del costrutto.
Rispetto agli strumenti unidimensionali, le misure multidimensionali sono più corpose dal punto di vista della numerosità degli item; la somministrazione, quindi, richiede una maggiore quantità di tempo. D’altra parte, però, la presenza di diverse sottoscale consente la possibilità di individuare più nel dettaglio quali elementi incidono maggiormente sui livelli di soddisfazione (o insoddisfazione) globale. Tale metodo consente, dunque, di riconosceregli aspetti specifici che generano insoddisfazione, facilitando l’intervento secondo le modalità più appropriate.
Di seguito viene proposta una panoramica di strumenti multidimensionali, alcuni dei quali validati su campioni di lavoratori eterogenei, altri su lavoratori appartenenti ad uno specifico settore professionale.
– Il Job Descriptive Index (JDI)
– Minnesota Satisfaction Questionnaire (MSQ)
– Minnesota Satisfaction Questionnaire-Short Form. (MSQ-SF)
– Job Satisfaction Survey (JSS)
– Job Diagnostic Survey (JDS)
– Occupational Stress Indicator (OSI)
– Questionario di Soddisfazione lavorativa (QSL)
– Worker Opinion Survey (WOS)
– Emergency Physician Job Satisfaction Scale (EPJS)
– McCloskey/Mueller Satisfaction Scale (MMSS)
– Measure of Job Satisfaction (MJS)
– The Caregiver Survey
– The Nurse Satisfaction Scale (NSS)
– Scala di soddisfazione lavorativa in soggetti ad elevata qualificazione professionale