La norma ISO 10075 è composta da tre parti (parte I, sui principi e i concetti generali, 2018; parte II, progettazione, 2002; parte III, misurazione, 2005).
Si segnala la pubblicazione ISO della Ed. 2024 EN ISO 10075-2:2024 Principi ergonomici relativi al carico di lavoro mentale – Parte 2: Principi di progettazione (ISO 10075-2:2024) ed in attesa di pubblicazione UNI.
In ISO 10075 il termine “mentale” è stato usato in riferimento ad esperienze e comportamenti lavorativi che richiamano aspetti:
– cognitivi
– emozionali
– sociali da considerare come interdipendenti per cui, nella pratica, non dovrebbero mai essere considerati separatamente.
UNI EN ISO 10075-1:2018 Principi ergonomici relativi al carico di lavoro mentale – Parte 1: Principi e concetti generali, termini e definizioni
La prima articolazione tratta di principi ergonomici relativi al carico di lavoro mentale a livello di “termini generali e definizioni”.
La normativa mette in relazione:
– Lo stress mentale, ossia le influenze esterne su di un essere umano, al punto da condizionarlo mentalmente, ad esempio il troppo caldo, il troppo freddo.
– Lo strain mentale, la risposta immediata dell’individuo a stimoli stressogeni che risente sia di precondizioni abituali o del momento, sia degli stili di difesa.
La norma definisce la terminologia da adottare quando ci si occupa di carico di lavoro mentale, concetto che comprende sia lo stress sia il tipo di strain (sollecitazione) mentale e i condizionamenti da essi provocati a breve e a lungo termine, positivi o negativi.
Il documento definisce termini nell’ambito del carico di lavoro mentale, che trattano stress mentale e strain mentale, e conseguenze a breve e lungo termine, positive e negative, dello strain mentale. Esso inoltre specifica le relazioni tra questi concetti coinvolti.
Nella norma sono illustrate, inoltre, le relazioni tra questi concetti coinvolti. Nella norma il carico di lavoro mentale è considerato quale termine di carattere generale, che sovrintende tutti i concetti e i principi menzionati nel documento, senza un significato specifico o standardizzato.
Questo è coerente con l’uso che fa di tale termine l’ergonomia, per la quale esso può riferirsi sia al concetto di stress mentale sia allo strain mentale e alle conseguenze che da esso derivano, ossia tanto alla causa quanto agli effetti. Nella norma il termine carico di lavoro mentale non viene trattato come un termine tecnico specifico, ma solo come riferimento al dominio del carico di lavoro mentale.
Lo stress mentale può avere effetti positivi e negativi (se lo stress non è stato gestito bene, produrrà monotonia, ridotta vigilanza e saturazione mentale).
Lo stress mentale induce processi di aumento o riduzione dello strain mentale negli esseri umani. Le conseguenze immediate e dirette dello strain mentale sono effetti facilitanti da una parte ed effetti nocivi, per esempio fatica mentale e/o stati assimilabili alla fatica, dall’altra. Come conseguenze indirette dello strain mentale possono comparire gli effetti di trascinamento della prestazione. Le conseguenze dello strain mentale qui menzionate possono differire in forma e intensità, a seconda delle precondizioni individuali e situazioni al contorno.
Altre conseguenze dello strain mentale minor capacità di apprendimento minor capacità di gestire l’impatto con il contesto operativo. Quindi l’eccesso di energia, spesa nel tentativo di fronteggiare lo strain, compromette la possibilità di imparare da nuove esperienze e di gestire efficacemente gli eventi.
Per fatica mentale si intende un’alterazione temporanea dell’efficienza funzionale (mentale e fisica) causata da intensità, durata e andamento temporale dello strain mentale. I sintomi possono essere sensazioni di stanchezza, poca efficienza.
Il documento rappresenta un’estensione della ISO 6385, con particolare attenzione al carico di lavoro mentale, e descrive in maggiore dettaglio termini generali e definizioni a causa delle specifiche conseguenze che sono da prendere in considerazione in questo ambito.
Come detto, questi concetti del campo del carico di lavoro mentale comprendono lo stress mentale, la strain (sollecitazione) mentale e i loro effetti.
Dal momento che esiste una varietà di concezioni differenti concernenti il carico di lavoro mentale, lo stress (sollecitazione) mentale e strain mentale, sia nell’utilizzo colloquiale sia in quello scientifico, è richiesta una normazione dei concetti e dei termini pertinenti nel campo dell’ergonomia.
Il carico di lavoro mentale è considerato come un iperonimo che comprende stress mentale e strain mentale. Lo stress mentale è considerato come un termine neutro invece che come l’esito negativo del carico di lavoro e di altri fattori adottati in altri approcci. A questo modo, essa rispecchia un parallelo con l’utilizzo tecnico dei termini stress e strain. Quindi, lo stress mentale fa riferimento alle cause della strain mentale, e la strain mentale fa riferimento agli effetti di quello stress nell’individuo. Questo è coerente con l’utilizzo dei termini in altre norme ergonomiche, per esempio sullo stress termico (vedere ISO 7933).
Nel documento, il carico di lavoro mentale è considerato come un iperonimo o termine generico, che fa riferimento a tutti i concetti e i costrutti menzionati nel documento e non ha un proprio significato specificato o normalizzato all’interno del documento. Questo è coerente con l’utilizzo del termine in ergonomia e nelle sue applicazioni, dove può fare riferimento allo stress mentale, allo strain mentale e ai loro effetti, cioè sia alle cause, sia agli effetti. Nel presente documento, il termine carico di lavoro mentale non è pertanto trattato come un termine tecnico, ma solo come un riferimento all’ambito del carico di lavoro mentale.
Il presente documento si applica alla progettazione delle condizioni di lavoro correlate al carico di lavoro mentale ed è destinato a promuovere un utilizzo comune della terminologia tra gli esperti e i medici specialisti nel campo dell’ergonomia, oltre che in generale.
Il presente documento non affronta i metodi di misurazione e i principi di progettazione dei compiti, che sono trattati nella ISO 10075-2 e nella ISO 10075-3.
UNI EN ISO 10075-2:2002 – In attesa pubblicazione UNI Ed. 2024 – Principi ergonomici relativi al carico di lavoro mentale – Principi di progettazione
La seconda articolazione della ISO 10075 mette in relazione “carico di lavoro mentale” e progettazione dei sistemi di lavoro (compiti, attrezzature, etc.), tenendo conto anche del “carico di lavoro fisico”.
I principi generali di progettazione partono dal presupposto che un sistema di lavoro presenta un’elevata complessità tecnica e organizzativa e che il carico mentale e lo stress possono dipendere da ciascuna delle diverse variabili che lo costituiscono.
Inoltre, per modulare il carico mentale il progettista dovrebbe definire e distribuire adeguatamente funzioni e compiti fra macchine ed operatori (in base alle loro caratteristiche).
La presente parte della ISO 10075 fornisce una guida per la progettazione dei sistemi di lavoro, compresi il progetto dei compiti, dell’attrezzatura, del posto di lavoro nonché delle condizioni di lavoro, focalizzandosi sul carico di lavoro mentale ed i suoi effetti, come specificato nella ISO 10075.
Si applica per un’adeguata progettazione del lavoro e dell’utilizzo delle capacità umane, con l’intento di predisporre condizioni di lavoro ottimali per quanto riguarda la salute, la sicurezza, il benessere, la prestazione e l’efficacia, prevenendo sia il sovraccarico che il sottocarico al fine di evitare gli effetti nocivi descritti nella ISO 10075.
Il carico di lavoro mentale è l’effetto di una complessa interazione di fattori individuali, tecnici, organizzativi e sociali. Pertanto nella progettazione dei sistemi di lavoro si deve tenere conto dei fattori personali, tecnici e organizzativi e degli effetti della loro interazione. Tuttavia la presente parte della ISO 10075 comprende solo la progettazione dei fattori tecnici e organizzativi e non si applica ai problemi di selezione, addestramento o ai fattori sociali.
La presente parte della ISO 10075 fornisce le linee guida per la progettazione del sistema. Non fa riferimento a problemi di misurazione del carico di lavoro mentale o dei suoi effetti.
La presente parte della ISO 10075 fa riferimento a tutti i tipi di attività lavorative dell’uomo (vedere ISO 10075), non solo a quelle che verrebbero descritte come compiti cognitivi o mentali in senso stretto, ma anche a quelle la cui componente primaria è il carico di lavoro fisico.
Di conseguenza, la presente parte della ISO 10075 riguarda tutti coloro che sono impegnati nella progettazione ed uso dei sistemi di lavoro, per esempio progettisti di sistemi ed attrezzature, rappresentanti dei datori di lavoro e dei lavoratori.
La presente parte della ISO 10075 è applicabile sia al progetto di nuovi sistemi di lavoro sia alla riprogettazione di quelli già esistenti sottoposti a sostanziale revisione.
UNI EN ISO 10075-3:2005 Principi ergonomici relativi al carico di lavoro mentale – Parte 3: Principi e requisiti riguardanti i metodi per la misurazione e la valutazione del carico di lavoro mentale
La terza articolazione della ISO 10075, tratta di principi ergonomici relativi al carico di lavoro mentale, a livello di “principi e requisiti riguardanti metodi di misura e valutazione del carico di lavoro mentale.
Le buone pratiche tratte suggeriscono come scegliere i metodi più appropriati alle diverse situazioni lavorative.
UNI EN ISO 10075-3:2005 non specifica un singolo metodo ottimale da adottare, ma la valutazione dovrà rispettare comunque i requisiti concernenti:
– obiettività
– affidabilità
– validità
– sensibilità
– diagnosticità
– generalizzabilità.
La parte terza della ISO 10075 specifica informazioni tecniche che attengono al contesto di costruzione, valutazione e scelta di strumenti di misura per valutare il carico di lavoro mentale come definito e trattato nelle ISO 10075 e ISO 10075-2.
La familiarità con i concetti trattati in questi due documenti è necessaria per comprendere le disposizioni contenute nella presente parte della ISO 10075.
Dato che il carico di lavoro mentale è una parte del carico di lavoro complessivo, gli utilizzatori della presente parte della ISO 10075 dovrebbero anche avere familiarità con i concetti e le disposizioni presentati nella ISO 6385.
La presente parte della ISO 10075 ha l’obiettivo di fornire informazioni per lo sviluppo di strumenti di misura, riguardo ai quali possono essere richiesti maggiori dettagli per definire una data procedura circa la loro usabilità come strumenti di misura per la valutazione del carico di lavoro mentale.
La presente parte della ISO 10075 definisce requisiti per strumenti che misurano aspetti differenti del carico di lavoro mentale, ma non specifica quali strumenti si dovrebbero utilizzare, per esempio scale psicologiche o metodi psicofisiologici. La scelta del tipo di strumento da utilizzare può essere facilitata se vengono fornite informazioni appropriate.
La presente parte della ISO 10075 stabilisce principi e requisiti per misurare e valutare il carico di lavoro mentale e specifica i requisiti per gli strumenti di misura. La presente parte della ISO 10075 fornisce informazioni per scegliere metodi appropriati e per definire aspetti di valutazione e misura del carico di lavoro mentale, al fine di migliorare la comunicazione tra le parti interessate.
Si è inteso destinare l’utilizzo di questa parte della ISO 10075 soprattutto agli esperti di ergonomia, per esempio psicologi, specialisti in salute occupazionale e/o fisiologi, con formazione appropriata teorica e pratica su tali metodi, oltre che sull’interpretazione dei risultati. Gli esperti troveranno le informazioni necessarie durante lo sviluppo o la definizione di metodi di valutazione del carico di lavoro mentale.
I non esperti, come i datori di lavoro, i lavoratori e i loro rappresentanti, i gestori di sistemi e i progettisti e le autorità pubbliche possono trovare informazioni utili per il proprio orientamento nel campo della valutazione e misurazione del carico di lavoro mentale, per esempio quali tipi di metodi sono disponibili, quali criteri sono adatti a definire gli strumenti di misura e quali informazioni si dovrebbero richiedere e osservare nel decidere gli strumenti più idonei alle loro finalità e quali si possono utilizzare.