Articolo illustrativo sui dispositivi di protezione contro le cadute dall’alto, ovvero DPI atti ad assicurare una persona ad un punto di ancoraggio in modo tale da prevenire o arrestare, mettendone in evidenza i criteri per l’individuazione dei sistemi di trattenuta, dei sistemi di posizionamento sul lavoro, dei sistemi di arresto caduta e dei sistemi di salvataggio.
L’articolo rielabora, i contenuti della norma UNI 11158:2015 “Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto – Sistemi di protezione individuale delle cadute – Guida per la selezione e l’uso” in ordine alla selezione e l’uso dei DPI contro le cadute dall’alto.
I lavori in quota espongono i lavoratori al rischio di caduta dall’alto.
Il sistema di protezione individuale più appropriato da adottare nei lavori in quota non è preordinato, ma va ricercato conseguentemente alla valutazione dei rischi, da effettuare caso per caso con lo scopo di eliminare o ridurre il livello di rischio.
I sistemi di protezione individuale dalle cadute, utilizzati congiuntamente ai sistemi di ancoraggio, sono utili a ridurre i rischi connessi alla caduta dall’alto.
Esempi di attività, in cui i sistemi di protezione individuale contro le cadute dall’alto sono utilizzati, sono i seguenti:
– lavori su tetti;
– lavori presso gronde e cornicioni;
– montaggio e smontaggio di ponteggi;
– lavori su piattaforme mobili in elevazione o piattaforme sospese;
– lavori su opere in demolizione;
– lavori di montaggio di elementi prefabbricati;
– lavori su pali, tralicci o piloni.
Tuttavia, per l’esistenza di differenti tipologie di sistemi di protezione individuale, di differenti tipologie di sistemi di ancoraggio e delle differenti tipologie di lavorazioni previste, la valutazione del rischio non può che essere effettuata caso per caso.
Un’attenta e specifica valutazione del rischio permette di identificare il sistema di protezione individuale più idoneo al singolo caso e permette di progettare, utilizzare, ispezionare e manutenere lo stesso.
Per l’individuazione di un sistema di protezione individuale dalle cadute idoneo è indispensabile la determinazione preliminare della natura e dell’entità dei rischi residui ineliminabili sul luogo di lavoro, con particolare riguardo ai seguenti elementi: durata e probabilità del rischio, tipologia dei possibili pericoli per i lavoratori, condizioni lavorative.
L’utilizzo di un sistema di protezione individuale efficace è essenziale per ridurre i rischi connessi al pericolo di caduta dall’alto. Sistemi di protezione individuali non efficaci, che sono quelli che non assolvono alla funzione per la quale sono stati progettati, possono provocare la caduta del lavoratore, esponendolo a rischi elevati per la sua salute e sicurezza.
I DPI contro le cadute dall’alto devono essere adattati anche al corpo di chi li indossa e al luogo di lavoro.
Deve essere comodo per chi lo indossa durante la normale attività e in caso di caduta, almeno per breve tempo.
Una grande varietà di sistemi di protezione anticaduta personale viene utilizzata dai lavoratori che devono lavorare in altezza per posizionare il lavoratore o per frenarne i movimenti al fine di prevenire cadute o per proteggerlo in caso di caduta. Un sistema di arresto caduta viene utilizzato dove esiste il rischio di caduta libera dall’alto.
Normativa
– Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell’articolo 1 della Legge 3 agosto 2007, n. 123 in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. (GU n. 101 del 30 aprile 2008 – SO n. 108)
– Regolamento (UE) 2016/425 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/CEE del Consiglio.
– Elenco norme armonizzate Regolamento DPI
UNI 11158:2015 Dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto – Sistemi di protezione individuale delle cadute – Guida per la selezione e l’uso
La norma definisce i sistemi di protezione individuale delle cadute. Essa fornisce i criteri per l’individuazione dei sistemi di trattenuta, dei sistemi di posizionamento sul lavoro, dei sistemi di arresto caduta e dei sistemi di salvataggio.
Essa fornisce i criteri per la selezione e l’uso dei sistemi di trattenuta, dei sistemi di posizionamento sul lavoro e dei sistemi di arresto caduta.
Essa fornisce inoltre i principi per la valutazione del rischio connesso al pericolo di caduta dall’alto inerente i lavori in quota.
Il contenuto della presente norma non esime dalla necessità di porre a confronto le indicazioni date con le reali condizioni e le esigenza di protezione di ogni specifico ambiente di lavoro.
Valutazione del rischio
Il D.Lgs. 81/08 richiede che il documento di valutazione del rischio prenda in considerazione tutti i pericoli relativi ai lavori in quota.
Compito della valutazione è quello di evidenziare in ogni istante dell’attività lavorativa se sono presenti rischi che il lavoratore non è in grado di percepire tempestivamente prima del verificarsi dell’evento che possano comportare danni per la salute e la sicurezza. Nel presente documento viene trattato il solo rischio di caduta dall’alto che è considerato “rischio grave”, capace cioè di procurare morte o lesioni gravi e di carattere permanente.
Si deve valutare inoltre l’esposizione al rischio del lavoratore.
Analisi del rischio
Rischi prevalenti
Nei lavori in quota il lavoratore è esposto al rischio di caduta dall’alto, che può provocare morte, lesioni gravi e di carattere permanente e danni alla salute.
Rischi concorrenti
I rischi concorrenti, che creano condizioni favorevoli affinché si verifichino quelli prevalenti, sono:
a) il rischio connesso al DPI, derivante da:
– non perfetta adattabilità del DPI,
– intralcio alla libertà dei movimenti causato dal DPI stesso;
b) il rischio innescante la caduta, derivante da:
– insufficiente aderenza delle calzature,
– insorgenza di vertigini,
– abbagliamento;
c) il rischio di natura atmosferica derivante da:
– scarsa visibilità,
– colpo di calore o di sole,
– rapido abbassamento della temperatura,
– vento, pioggia o ghiaccio su superfici di calpestio, ecc..
Rischi susseguenti
I rischi susseguenti sono quelli che si verificano in seguito alla mancata efficacia dei DPI.
Essi possono causare:
– oscillazione del corpo con urto contro ostacoli (“effetto pendolo”);
– arresto del moto di caduta per effetto delle sollecitazioni trasmesse dall’imbracatura sul corpo;
– sospensione inerte del corpo del lavoratore in condizioni di incoscienza, che resta appeso al dispositivo di arresto caduta e che è influenzata dal tempo di permanenza in tale posizione.
Riduzione del rischio
La riduzione del rischio deve essere effettuata su tutte le tipologie di rischio esaminate per le quali importanza prioritaria deve essere attribuita ai provvedimenti d’ordine tecnico-organizzativo, diretti ad eliminare o ridurre sufficientemente i pericoli alla fonte.
I sistemi che impediscono la caduta dall’alto sono da preferirsi a quelli che arrestano la caduta dall’alto, svolgendo funzione preventiva nella riduzione del rischio.
Riduzione dei rischi prevalenti
Per ridurre i rischi prevalenti i provvedimenti da attuare sono quelli di ordine tecnico fra cui i più importanti riguardano la corretta scelta del DPI contro le cadute dall’alto e la progettazione del sistema di ancoraggio, al quale deve essere collegato il DPI, affinché siano eliminati e/o ridotti tutti i fattori di rischio.
Riduzione dei rischi concorrenti
I rischi concorrenti possono essere ridotti agendo direttamente sugli operatori di settore aumentandone la competenza e la professionalità nella fase di installazione relativamente a:
– l’idoneità psico-fisica del lavoratore;
– l’informazione e la formazione adeguate e qualificate del lavoratore, in relazione alle operazioni previste;
– l’addestramento qualificato e ripetuto del lavoratore sulle tecniche operative, sulle manovre di salvataggio e sulle procedure di emergenza;
– adeguata progettazione della specifica applicazione considerando anche le condizioni ambientali e gli eventi eccezionali.
Riduzione dei rischi susseguenti
I rischi susseguenti e cioè quelli che si verificano in seguito alla caduta dall’alto nella fase di utilizzo possono essere ridotti mediante:
– l’informazione e la formazione adeguate e qualificate del lavoratore, in relazione alle operazioni previste;
– l’addestramento qualificato e ripetuto del lavoratore sulle tecniche operative, sulle manovre di salvataggio e sulle procedure di emergenza.
Piano operativo di sicurezza
Nel caso in cui dall’analisi effettuata si evidenzino per il lavoratore rischi di caduta con sospensione inerte, nel piano operativo di sicurezza deve essere predisposta una procedura che preveda l’intervento di emergenza in aiuto del lavoratore.
Si sottolinea l’importanza di non sottovalutare il rischio di sospensione inerte, con connessione al punto dorsale e sternale dell’imbracatura, in condizioni di incoscienza, in quanto possibile causa di complicazioni che possono compromettere le funzioni vitali anche in modo irreversibile: in tali condizioni, tempi di sospensione anche minori di venti minuti possono portare a gravi malesseri a causa dell’azione dell’imbracatura.
Tipologie dei sistemi di protezione individuale dalle cadute
I sistemi di protezione individuale dalle cadute proteggono il lavoratore contro le cadute dall’alto, evitando o arrestando la caduta libera.
Essi comprendono:
– i sistemi di trattenuta;
– i sistemi di posizionamento sul lavoro;
– i sistemi di accesso mediante fune;
– i sistemi di arresto caduta;
– i sistemi di salvataggio.
Il sistema di trattenuta
Il sistema di trattenuta è generalmente costituito da:
– una cintura di trattenuta o, in alternativa, un’imbracatura per il corpo con cintura di trattenuta integrata;
– un cordino di trattenuta, da collegare, mediante un connettore, al sistema di ancoraggio;
– connettori.
Il sistema di trattenuta non protegge contro le cadute dall’alto
Nel caso in cui l’area di lavoro sia caratterizzata dalla presenza di un rischio di caduta dall’alto deve necessariamente essere utilizzato un sistema di arresto caduta.
Cintura di trattenuta
Il sistema di trattenuta può essere utilizzato congiuntamente al sistema di arresto caduta ed è indipendente da esso (per esempio: lavori su coperture a falda inclinata).
La cintura di trattenuta è generalmente costituita da un nastro in fibra sintetica (fascia in vita) di larghezza adeguata, dotato di elementi di fissaggio e di regolazione, al quale può essere applicato uno schienale di supporto (sostegno posteriore) in zona lombare avente la funzione di distribuire il carico del corpo del lavoratore lungo la sua superficie.
La cintura di trattenuta è dotata di almeno un elemento di attacco (generalmente due, laterali e simmetrici) per il collegamento di un cordino di trattenuta. Gli elementi di attacco sono i soli elementi che possono essere utilizzati per il collegamento al resto del sistema di trattenuta e sono descritti nel manuale di istruzioni.
Nota Se la cintura non è dotata di sostegno posteriore, la larghezza del nastro è maggiore in modo da garantire la distribuzione del carico.
La cintura di trattenuta può essere dotata di cinghie per le spalle o per le gambe, che comunque non sono dotate di elementi di attacco per il collegamento di un cordino di trattenuta.
La cintura di trattenuta può essere incorporata in un indumento e/o può essere integrata in un’imbracatura per il corpo.
Cordino di trattenuta
Il cordino di trattenuta è generalmente costituito da una fune in fibra sintetica, di lunghezza fissa o regolabile, dotato di terminazioni adeguate (connettori o asole sufficientemente ampie per formare nodi), una per il collegamento agli elementi di attacco della cintura di trattenuta e l’altra per il collegamento al sistema di ancoraggio.
Esso può avere una lunghezza maggiore di 2 m.
Al variare dell’inclinazione del piano di lavoro il lavoratore può raggiungere una porzione di superficie più o meno ampia.
Le modalità d’impiego e gli scopi specifici sono descritti dal fabbricante nel manuale di istruzioni.
Il cordino di trattenuta di lunghezza fissa deve essere destinato ad applicazioni specifiche, dettagliate dal fabbricante nel manuale di istruzioni, e la sua lunghezza deve essere quella minima per lo scopo specificato.
Nota Le norme tecniche non prevedono l’utilizzo di un cordino di arresto caduta in luogo di quello di trattenuta.
Tuttavia, qualora le condizioni lavorative lo permettano, tale utilizzo è possibile.
Requisiti dei sistemi di protezione individuale dalle cadute
L’efficacia di un sistema di protezione individuale dalle cadute deriva dalle prestazioni, che dipendono dai seguenti parametri:
1. ergonomia;
2. freccia;
3. effetto pendolo;
4. tirante d’aria.
1. Ergonomia
Un sistema di protezione individuale dalle cadute non trasmette al lavoratore in caso di caduta una forza maggiore di 6,0 kN.
Il sistema di protezione individuale dalle cadute deve prevedere:
– per le imbracature, la perfetta vestibilità data dalle regolazioni presenti;
– per i cordini o i sistemi retrattili, le corrette lunghezze;
– per i connettori, la facilità di operare i doppi movimenti volontari per poterli usare.
Se un sistema di protezione individuale dalle cadute impone operazioni poco ergonomiche, esso induce il lavoratore ad effettuare manovre negligenti a discapito della sicurezza.
2. Freccia
Il lavoratore che opera in quota ed utilizza un sistema di protezione individuale dalle cadute collegato ad un ancoraggio puntuale o lineare orizzontale, flessibile o rigido, deve tenere conto, in caso di caduta, della flessione dell’ancoraggio stesso. La freccia massima dell’ancoraggio puntuale o lineare è calcolata in relazione al valore della flessione dell’ancoraggio stesso ed è fornita dal fabbricante nel manuale di istruzioni. Valori di freccia elevati, comportano tiranti d’aria maggiori.
3. Effetto pendolo
L’effetto pendolo relativo ad un sistema di protezione individuale dalle cadute, collegato ad un sistema di ancoraggio lineare o puntuale, comporta lo spostamento laterale del lavoratore in caso di caduta (vedere figure 22 e 23 della UNI 11158:2015).
Per l’ancoraggio lineare, la consistenza dell’effetto pendolo con traslazione è maggiore quando il cursore si trova posizionato all’estremità dell’ancoraggio lineare flessibile (vedere figura 22 della UNI 11158:2015) e dipende dal grado di attrito tra il dispositivo mobile e la fune, dalla distanza fra gli ancoraggi del sistema e dal tipo di fune. In questo caso il lavoratore deve essere il più possibile allineato con il centro campata dell’ancoraggio lineare.
Selezione dei componenti dei sistemi di protezione individuale dalle cadute
Imbracatura per il corpo
La selezione di una corretta imbracatura per il corpo deve essere effettuata tenendo in considerazione quanto segue:
– presenza di punti di attacco adeguati per l’attività da svolgere (per esempio: attacco sternale e dorsale, solo attacco dorsale, ecc.);
– facilità nell’indossare e nel togliere l’imbracatura;
– facilità di regolazione dei componenti rispetto alle diverse conformazioni del corpo;
– leggerezza.
Connettori
La selezione dei connettori o dei dispositivi che montano connettori deve essere effettuata tenendo in considerazione quanto segue:
– tipo di connettori e loro dimensioni adeguati al tipo di ancoraggio presente nell’area di lavoro;
– forma e dimensioni tali da permettere una facile presa con i guanti da lavoro;
– materiale (acciaio o lega leggera) in funzione del peso durante il trasporto e della movimentazione durante l’attività;
– la frequenza prevista di collegamenti ad ancoraggi e le necessità di movimento del lavoratore;
– connettori di tipo ovale (comunemente chiamati moschettoni), i cui bordi interni sono arrotondati e lisci, sono generalmente indicati per la connessione diretta a funi di ancoraggio flessibili orizzontali in corda e permettono una buona mobilità del lavoratore lungo la fune di trattenuta flessibile orizzontale.
I connettori di tipo ovale o a gancio con leva di chiusura autobloccante sono indicati per attività dove sono previste frequenti operazioni di aggancio/sgancio.
I connettori di tipo ovale con leva di chiusura a ghiera filettata sono indicati per attività dove le operazioni di aggancio/sgancio non sono frequenti.
I connettori di tipo a gancio sono generalmente utilizzati nei cordini di posizionamento sul lavoro o di trattenuta.
I connettori di tipo ovale sono generalmente utilizzati per gli ancoraggi fissi (golfari a muro di medie dimensioni) o per la connessione diretta a funi di ancoraggio di acciaio flessibili orizzontali.
I connettori di tipo a pinza sono generalmente utilizzati in attività dove non sono previsti punti di ancoraggio progettati per tale scopo, quando cioè il lavoratore deve ancorarsi su strutture esistenti (per esempio tralicci) con dimensioni e forma non compatibili con quelle dei connettori di tipo ovale e dei ganci.
N.B. ulteriori informazioni possono essere trovate all’interno della norma tecnica succitata